Un altro anno è passato e come di consuetudine da un po’ di estati a questa pare, il mese di agosto per quanto mi riguarda è sinonimo di Karelia, di pesca e di paesaggi mozzafiato.
Ogni anno compatibilmente con la famiglia, cerco di ampliare le mie zone di pesca e di battere posti nuovi, non trascurando comunque i posti comodi e vicino a casa.
Tralasciamo il fatto che mi perdono il bagaglio ed i primi 3 giorni li passo mangiandomi il fegato, non appena rientro in possesso di mutande pulite ed attrezzatura da pesca, vado subito a fare qualche giretto nei dintorni.
Il “mio” lago ed il “mio” fiume sono sempre bellissimi, ed in breve tempo inizio a togliere un po’ ruggine col primo luccio, fotografato come vuole la tradizione.
Quest’anno grazie alla mia signora che ha preso accordi con delle guide del posto, avrò la fortuna di passare 3 giorni a pesca sull’immenso lago Onega, il secondo lago europeo in termini di estensione.
Inutile dire che sono carico a bomba, anche perché tra me e me credo (sbagliandomi) che queste guide puntino ai pesci grossi, invece, come tutti i russi che ho conosciuto in questi anni, l’importante è la quantità non la qualità.
La barca è comunque molto seria (per gli standard russi), ed il campo anche se spartano, ben organizzato.
Questa la baietta di fronte all’accampamento.
Questi 3 giorni di pesca, sanciscono la pace tra me e la pesca top water, smuovo un mare di pesce, molti li slamo, ma molti riesco a fregarli.
La taglie sono sempre le solite, però vedere l’acqua esplodere è emozionante.
Pesci cattivissimi, che partono come tomahawk per ghermire il piccolo anfibio di gomma.
Bellissimo vedere l’acqua esplodere, scodate, salti; spesso e volentieri si lancia su veri e propri tappeti d’erba che rendono ancora più difficile il tutto.
Pesci che quando mancano il bersaglio lo inseguono, che provano e riprovano anche 3 volte e che spesso e volentieri mancano il bersaglio in modo clamoroso.
Se tutto non è perfetto, dall’attacco del pesce, alla ferrata al momento giusto, l’unica cosa che si otterrà saranno nuovi tagli sulla renetta e profonda delusione, fortunatamente ogni tanto qualche pesciotto viene a farsi immortalare.
Niente di eclatante in fatto di taglie, però, ferrare al momento giusto, estrarre il pesce da una foresta di erbe acquatiche rende la pesca molto divertente; tra l’altro ho potuto constatare veramente quanto i lucci preferissero questo tipo di esche rispetto ai soliti minnow spoon che usano tutti.
Senza dubbio questo tipo di pesca è stata la più divertente in tutti questi anni di Karelia, abbiamo anche provato a trainare per i perca, ma come ho appreso già lo scorso anno, il periodo migliore è luglio.
In compenso quest’anno sono usciti dei persici veramente interessanti con una taglia media di tutto rispetto, per via della foga ho fotografato solamente questo.
Tra l’altro neanche uno dei più belli; la prima sera al campo è stata incredibile, Dima mi dice: “andiamo a fare qualche persico”… ci spostiamo a 200 metri dal campo, in concomitanza di una roccia emersa ed in 5 lanci a crank, faccio 3 reali tra i 30 ed i 35 cm, mi sembra impossibile, altro spot vicino a delle canne palustri, 2 lanci e via un altro reale over 30 ed un luccio sui 55 cm…Quella sera in tutti gli spot almeno 2 o 3 pesci li abbiamo presi, l’apice è stata la sera del terzo giorno, sempre a ranetta porto fin sotto la barca un persico over 35 che arrogantemente aveva “bollato” la mia ranetta come se fosse la cosa più naturale del mondo, bellissimo!
Finiti questi 3 giorni di solo pesca si rientra, scopro che a casa è crollato il ponte, ho 5 minuti di panico finché non riesco a sentire che stanno tutti bene, e riesco a ritagliarmi ancora una mattinata ed un pomeriggio a pesca sul fiume, comodamente raggiungibile in auto stop…cosa non si fa per pescare..
Faccio ancora qualche pesciotto, sia a rana che a lipless e con questo archiviamo anche “Karelia 2018 - l’anno della rana”.
Ci vediamo l’anno prossimo, e che non sia la volta buona che riuscirò ad andare a pesca di temoli e salmoni…chissà…
Do vstreci dall’immenso lago Onega.