Il Collezionista di Colori
Inizio ora il mio annuale report delle vacanze. La cara gita in terra sarda quest’anno è saltata, perché mio cugino doveva fare gli esami di terza media
Premetto che sono più prosaico di quanto io creda; chi ha le palle di leggersi il tutto faccia pure, altrimenti guardate le immagini
Ad ogni modo, la narrazione delle mie pescate parte da quello che di norma è il secondo episodio della mia estate: la montagna.
I miei amati monti, i miei adorati monti, dove devo stare almeno una mesata per non impazzire, per staccare da tutto e tutti, nella natura
a respirare.
Ti scrutano
solenni, maestosi.
Mi hanno visto crescere.
Le montagne sono sempre generose, di emozioni certamente. Tuttavia, quest’anno, devo ammettere che non ci sono state moltissime emozioni piscatorie:
Luglio è stato caldissimo, letteralmente bollente, e i livelli erano bassissimi. Afa, afa, afa.
Al mio lago mancavano circa tre metri d’acqua, più o meno la situazione che ci dovrebbe essere a fine agosto.
Quindi mi sono dedicato quasi completamente al grosso torrente del fondovalle, che serpeggia cristallino.
Mantiene discreti livelli sempre, ospita pesce anche di taglia ed è veramente bello.
L’anno passato l’avevo pescato saltuariamente, in particolare nei fine settimana, ottenendo comunque qualche piccolo risultato, grazie alle molte piogge. Quest’anno mi sono deciso a snidare, scoprire, scovare e sondare ogni anfratto del tratto da me pescabile, che, per fortuna, a causa delle difficoltà che si trovano nel percorso del fiume (rovi, passaggi difficili, forti correnti sono la norma) riesce a salvare le sue piccole figlie dalle fameliche attenzioni dei padellari locali, sebbene talvolta qualcuno d’essi osi avventurarsi nelle correnti impetuose.
Ho fatto collezione di emozioni: piccole fario mi si sono mostrate in tutta la loro cattiveria e miniaturistica bellezza. Ogni tanto si è materializzato anche qualcosa di più grosso, che tuttavia non è voluto uscire dall’acqua
in particolare un bell’animale su kg e mezzo stimato tra i 55 e i 60, uscito da una larga buca, che ha pensato bene di venirmi in contro per poi saltare, slamandosi bellamente.
Malgrado ciò mi sono capitati alcuni episodi carini, almeno per le caratteristiche dei pesci catturati, che vi voglio raccontare nella massa di foto che state per vedere
Ho fatto Collezione di Colori:
Episodio 1: Big Ones!
Comunque qualcosa di almeno decente ho preso, nulla di eccezionale, ma almeno da poter dire che non ho bucato solo le pinelle..
Il primo dei due pesci che state per vedere è il pesce che ha aperto la mia stagione della trota estiva: inizio affrontando un tratto con scarsa pendenza, dove il torrente è basso e placido, in una spianata di raschietti.
Il mio rotante si destreggia nelle correntine, salta i sassi, gira placido nei piccoli rigiri.
Lancio perpendicolarmente alla riva opposta, faccio scendere il mio inganno.
Inganno così quel qualcosa che attacca con cattiveria, cattiveria a cui rispondo con una pronta ferrata; il pesce è subito in corrente, gli devo concedere anche qualcosa di filo per evitare una slamata.
Salpo così una bella fario sui 40 che apre al meglio le danze!
La seconda di taglia si materializza invece qualche tempo dopo, in un tratto più montano che, contrariamente alle mie abitudini, sto pescando a scendere. Sono convinto che qualcuno mi stia davanti, perché non ho visto che il vuoto totale. Poi, finalmente, trovo delle impronte su una spiaggetta che indicano come i miei antagonisti abbiano lasciato il territorio.
Neanche a dirlo, venti metri dopo, su una lama d’acqua un poco più profonda del solito, ho una gran mangiata. Ferro così un pesce che alla prima spanciata mi sembra passare i 50.
Fugge, tenta di infilarsi nella vena principale la blocco- salta, ma la porto a guadino.
Un pesce decisamente grasso, ma fin da subito realizzo che non è così lungo come avevo pensato.
Ci fermiamo a 44.
Episodio 2: Demone nero
Se c’è una colorazione, o, per meglio dire, un adattamento che personalmente adoro nei salmonidi è la cosiddetta Trota di Tana, ovvero quando una trota, perlomeno da quanto ho capito, sceglie un determinato punto ( che può essere una buca profonda, un grosso masso, un albero in acqua) come sua fissa dimora, e, abituatasi a vivere mimetizzata nell’oscurità del suo rifugio, prende una colorazione molto scura.
Diventa quello che io amo chiamare demone nero.
L’anno scorso ne ho fatta solo una, decisamente piccola oltretutto. Quest’anno ne ho fatta ancora solamente una; sebbene la taglia sia un po’ salita, non possiamo ancora parlare di trotona, ma sono comunque molto soddisfatto.
Lei è uscita da uno stretto passaggio fra due massi: al primo lancio ha cannato l’attacco
ma io ho pensato bene di ripassarci più lentamente
Una trentina di centimetri di oscurità!
Si è fatto vedere anche un pesce più grosso con le medesime caratteristiche morfologiche, che probabilmente passava i quaranta, nero quanto la notte. Mai visto una trota così.
Ha fatto la sua comparsa in una buchetta laterale del torrente, attivata da una perturbazione sopra di me, dal freddo che stava per tornare e dalla scarsità di luce.
Malgrado abbia attaccato due volte un rotante e una il jubar, la mia incapacità è riuscita a non farmela ferrare decentemente.
Terrò d’occhio la sua tana, ma lei non mi si mostrerà più.
Evita i padellari. Cresci, cresci, cresci. Diventa un mostro da incubo.
Episodio 3: Zebra
La trota che ha vinto il premio come Più bella dell’estate.
Già due settimane prima aveva inseguito con grande calma il mio rotante, per lasciarmi vedere quanto fosse piccola e bella, assolutamente sazia e ben poco aggressiva.
Io però non ho mollato, e, come detto, tempo dopo, lei mi si è mostrata, attaccando, una ventina di metri più a monte, e lasciandosi a me.
Spero che anche lei tra qualche anno possa essere un titano con questa livrea!
Detto ciò, Salute monti! Salute boschi! Che possiate riservarmi queste meraviglie per l’eternità!
Grazie a tutti per la pazienza
Pk
Edited by #Pk# - 30/8/2015, 23:46