Con grande passione e interesse leggo i vostri articoli sulle uscite.
Ormai in un mondo di social network le parole e la narrazione sono sparite a discapito di foto trofeo prive di significato: il piacere e le sensazioni di un'uscita svaniscono dietro l'immagine di un pesce mostrato con grandi giochi di prospettiva.
Torniamo a noi,
purtroppo negli ultimi mesi le uscite sono state davvero rade a causa della malattia che mi tiene a casa.
Sporadiche mezz'ore ritagliate con fatica mi liberano la mente: sicuramente non potevo scegliere periodo peggiore per i bass,ma il mio lago regala emozioni per il solo fatto di essere vissuto.
In questo mese di gennaio,avevo agganciato solo un pinnello,il giorno della befana,una mattinata fredda in cui una mangiatina a drop aveva scaldato una mezza mattina di tramontana ininterrotta: pesce poco più grande dello shad con cui é caduto,ma data la stagione ,preda da annotare nei ricordi.
Dopo quel pescetto,non ho avuto più possibilità di fare uscite causa cattivo tempo e situazione fisica non ottimale.
Niente uscite fino a ieri: il mio amico M mi chiama,dice che lavora la mattina,ma ha il pomeriggio libero quindi propone "2 lanci" verso le 13 senza rientrare a casa per pranzo. Ovviamente accetto,vista la voglia incessante di andare a pesca e grazie al cielo sereno, non ci può essere di meglio.
Appuntamento al solito posto,al lago,per l'ora di pranzo.
Arrivo in anticipo,tanta é la voglia di pescare,ma appena a riva, un vecchietto in pesca con "tecniche tradizionali" manda momentaneamente in fumo l'intera programmazione: la postazione é piccola, non certo sufficiente per le sue due canne sul treppiede più la mia e quella di M a Spinning. Visto che sono solo,approfitto lo stesso per lanciare un paio di siliconi a ridosso delle cannucce: pochi lanci precisi in parallelo per non disturbare in vecchio saggio che,nel frattempo,ottiene un paio di catture.
Il mio flick shake rosso 4'8" montato a wacky raccoglie tutta la mia fiducia, ma in acqua conquista solo un pugno di alghe,ultime superstiti in questo inverno in pieno corso.
Perdo la fiducia,un po' perché é inverno, un po' perché sono le 14 ed un po' anche perché la mia spiaggetta é occupata quindi chiamo il mio amico e gli dico di venire direttamente da un'altra parte.
Ci diamo appuntamento sul lato opposto,nella spiaggia più grande, dove per quanta gente ci possa essere, una nicchia si trova sempre.
Dopo mille peripezie ci mettiamo in pesca, io ancora col mio wacky e M con uno shaddino montato a testina; lanciamo a raggiera,dalle cannuccie di lato, fino ai lanci più lunghi verso centro lago..la situazione é ferma, solo qualche finale da rifare a causa dei numerosi incagli sui sassi del fondale.
Cambio approccio e monto il fedelissimo shad shape della yamamoto su un drop shot da 5 g, un approccio ultraleggero ottimo sulla combo jackall poison focus "superior spin" con rarenium 2500 imbobbinato con treccia 6 lb e finalino in fluoro giapponese da 4 lb;la mia scelta non sembra portare risultati: solo un altro incaglio in cui perdo il piombo.
Poco male,di lì a poco una coppia di passanti venuti a lanciare pane alle anatre creano un frastuono che ci toglie anche la minima speranza di trovare un pesce in quel fazzoletto d'acqua.
Costretti,cambiamo postazione per la terza ed ultima volta ( é un lago molto selvaggio e povero di accessi).
La nuova spiaggia, fortunatamente libera, non é a sole ed é molto battuta dal vento freddo che da poco ha ricominciato a soffiare alzando qualche onda: poco importa, in un'uscita così rocambolesca non sarà certo questo a fermarci.
Mentre M continua a pescare a testina, io rimango a fingesse, ma opto per uno split shot leggero con una lucertola YUM verde coi brillantini ( ne porto una busta con me da quando ho visto con quanta fiducia le usa un mio amico patito di lucertole), l'idea mi convince: l'esca leggera e ricca di frange, fluttua in acqua al minimo tocco del polso.
Al terzo lancio, sempre a recuperi lenti e pause lunghe, credo di avvertire un paio di mangiate: parlo di toccate quasi impercettibili,opera di qualche avannotto o forse una semplice onda che ha mandato un rametto contro la lenza.
Mantengo la mia fiducia nella lucertolina comprata al decathlon l'anno prima,stavolta lancio poco oltre il canneto che, in questa zona, si protende un paio di metri verso il centro del lago; lancio, faccio affondare il tutto con la massima calma e metto in pensione la lenza,nel frattempo il mio amico decide di cambiare montatura e mi chiede un consiglio sul migliore amo per montare un drop shot pesante.
Mi giro,con la canna in mano, per vedere come aiutarlo quando all'improvviso...
...sbaaaaam! Con una mangiata fulminea, la canna si piega in 2 e la frizione tarata per l'esile combo, inizia a strillare.
All'unisono ferro e mi metto in posizione per combattere il pesce (capisco già che é di taglia) che fa di tutto per infilarsi dietro alle canne.
Sono costretto a forzare, per quanto possibile il recupero, la fortuna é dalla mia parte: il bass cambia strategia e decide di saltare e puntare verso il centro lago.
Lo vediamo,rimaniamo basiti dalla possenza del pesce e dalla sua energia ( non dimentichiamo che é il 24 gennaio e ci sono 4-5 gradi). Fortunatamente, in acque libere,non può nulla; dopo altre fughe a suon di frizione, lo porto a riva dove il mio amico M lo salpa per me.
Eccolo, un bass di gennaio che farebbe invidia ad uno preso a maggio o settembre: bello,robusto,vitale e dai colori scuri che solo il fondale vulcanico riesce a dare; un sorriso nasce sul mio viso e per un attimo dimentico i pensieri della malattia.
Facciamo un paio di foto di rito per questo bass che vale doppio data la stagione ( e triplo per me) prima di un rilascio senza imprevisti nelle fredde acque del lago: un colpo di pinna e parte verso il largo senza cenni di affaticamento.
Ops, sono le 16, la mia ora d'aria é finita, devo tornare a casa.
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