-Fra Cielo e Terra-
Genio, etologo e grande uomo del secolo scorso, Konrad Lorenz ha “scoperto” l’imprinting. Per chi ne sa qualcosa, è la storia dell’oca Martina. Per chi non ne sa, l’imprinting è “un processo che serve a fissare una memoria stabile delle caratteristiche visive degli individui da cui si verrà allevati” ( ma quanti bei paroloni). Il buon Lorenz, però, non aveva pensato che l’imprinting può avvenire anche coi luoghi. Ed essendo stato portato qui, fra i monti, dopo meno di un mese dalla mia nascita, non poteva che essere amore a prima vista…
Questo posto è il mio rifugio dal mondo, il Paradiso.
Scrivo stando nel prato di casa. Finalmente riesco a postare. Non so ancora bene cosa dire. Mi piacerebbe scrivere qualcosa di interessante, anche se non è facile riassumere un mese intero.
Ogni estate tutta, o buona parte, della mia famiglia si intana qui. Io compreso.
La partenza, detta anche “La Grande Fuga dalla Callaccia”, è stata un po’ problematica. Ogni volta è un’ Odissea, qualcosa di epico… umani, bagagli, cani, piante, canne da pesca, attrezzi da falegnameria…e due auto a disposizione…
Quest’anno abbiamo ritardato di qualche giorno, si è aggiunto l’inizio del diluvio universale, le solite difficoltà a riempire (non caricare; riempire) la macchina… insomma, anche sulla via, i tentativi di bloccarmi sono stati chiari
:
Era ormai certo che il destino mi stesse marciando contro. Non essendo riuscito a impedirmi di raggiungere la meta, ha pensato bene di impedirmi di uscire di casa…
Ho calcolato che il 79,3 % del mese che ho passato “su”, ha piovuto. Cioè sempre.
Chissenefrega, direte voi, a pesca ci si può andare comunque. Lo stesso ha pensato il fato. Ha quindi meditato di aggiungere al nubifragio tuoni e fulmini
.
Almeno nella frescura di un’estate autunnale si sta stupendamente.
Fiumi e torrenti erano spesso impraticabili, tra la pioggia e l’acqua di neve nei pochi giorni di pausa dal tumulto del cielo. Il “mio lago” ha due metri e mezzo di acqua in più rispetto alla media stagionale.
Malgrado tutto io non mi sono arreso.
Quando poi si ha il laghetto alpino in cui si ha imparato a pescare a 5 minuti da casa passando per il bosco, qualcosa si riesce a combinare sempre.
E fra gli spiriti del bosco che ti osservano dal folto, tanto fugaci e invisibili che, sebbene tu li percepisca, spesso non riesci nemmeno a fotografare...
E quelli della casa, che più che altro sperano nell’ennesima pesca, prugna, chicco d’uva, ciliegia o fragola in regalo…
E con le aquile che gridano volteggiando sopra la valle, ricordandoti che qui sei ancora nel selvaggio…
Nella natura…
Che spinning sia!
Ultralight…
Delirio a galla. Di persici a WTD ne ho mossi parecchi. Purtroppo una sorta di mostro ha pensato bene di mancare l’artificiale per tre volte consecutive. E per mostro intendo un persico largo come una padella, secondo me prossimo al kg e mezzo. Dopo aver cannato i tre attacchi, mi è arrivato fin sotto ai piedi, nell’acqua cristallina, per fissarmi e poi andarsene…
L’anno scorso qui ho fatto un pesce da quaranta centimetri. Questo era parecchio più grosso e ciccio
. Dimentichiamo e andiamo avanti…
Sondando i fondali è uscita qualche pollastra buttata per soddisfare i padellari locali…
E anche qualcosa che forse pollo è anche un po’ meno…
Rilasciarle sotto al naso dell’infame di turno, bestemmiante in dialetto, che cucinerebbe anche la sua mamma se solo potesse, ti lascia la soddisfazione dentro…
Quando non si va a pesca, si gira nei boschi… del resto, la nonna mi ha addestrato a essere un “fungiatt”, e non uno spinner…
Purtroppo, non potendo ancora guidare, sono lontano dai posti da funghi della mia prima infanzia, ma datemi meno di un anno e poi vedrete. Per ora mi accontento di funghi e boschi poco “pregiati”. Spesso non colgo neanche quello che trovo, lo fotografo e basta. O perlomeno faccio così con i Farè (B. luridus).
Senti le gocce battere sulle foglie, ti muovi tra le frasche del sottobosco, sollevi i rami bassi dei faggi o gli arbusti, e poi trovi il tuo obbiettivo…
(Boletus luridus, su ceppo di nocciolo)
In pesca, dopo l’ultralight, ho anche provato a salire un po’ nella taglia degli artificiali, ma i risultati di peso sono mancati
L’unica soddisfazione a topwater, quarantello incazzosissimo in un lago dove non ho mai visto un over50. Pro.Q 90 veloce sotto un albero…
Un giro nei torrenti, a caccia di trotelle vere, quelle poche volte che l’acqua è pescabile…
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(I polli ci sono anche qui)
Qualche lancio in fiume, con livelli altissimi e corrente spaventosa.
Praticamente si rimane in pesca per pochi metri effettivi, e tanto, in generale, i salmonidi poi li perdi. I pesci qui sono potentissimi, risalgono dal lago. Fario grigie, pinnatissime, stanno più in aria che in acqua quando combattono, manco fossero stellhead. E quando sono nel loro elemento tirano come treni. E qui girano veri mostri, animali che passano i settanta.
Ci sono andato una sola mattina, l’unica in cui il fiume era pescabile. Mommotti 140 jerkato follemente. Ne ho perse altre due, ed un’altra lo ha mancato due volte. Questa è l’unica che sono riuscito a tirare fuori, ha mangiato in testa incasinandosi poi sul resto del corpo mentre la slamavo. 42 cm.
Quando diluvia troppo, si autocostruisce sotto il portico di casa: 4 simil Mommotti, un po’ di robine da trotelle e cavedani e, in costruzione, i figli della discussione sui crank nella sezione Luccio.
… …
E dal profondo sentivo il richiamo, quella soddisfazione che provi nello sparare verso l’orizzonte qualcosa di più pesante, con un cavo d’acciaio davanti e una combo da casting tra le mani. Da troppo non andavo a lucci.
Complici le basse temperature (18° di media se non meno) e i laghi ancora belli freddi grazie alle frequenti piogge, due uscite in tutto me le sono potuto permettere. Tre totalizzati in due pescate in un lago sconosciuto, più svariati inseguimenti. Tutti pesci piccoli, ma a galla sul basy rendono comunque. Il posto è molto bello e potrebbe dare molto di più (il più grosso che ci hanno fatto, di cui si ha notizie certe, era un pesce molto vicino ai 130. Dico “era” perché è stato prontamente rilasciato nella polenta), se non fosse pressatissimo dal lancio di esche vive, minnow e Martin 28…
Il pinellame che mi ha fatto sradicare quantità industriali di erba:
(lo so, ho cannato l’opercolare)
Questo settantello ha fatto un casino tremendo. Un pesce ben fatto e decisamente panzuto.
Si vede che l’erbaio e il fresco gli fanno bene…
Sono anche stato nell’unico laghetto a pago nel raggio di kilometri, perché il signore che mi accompagna e che mi ha sempre fatto un po’ da nonno ne voleva qualcuna da portare a casa, e fra le varie brutture senza pinne è anche uscita questa:
E infine, camminate fra le montagne:
Certificate di qualità:
(Grazie a tutti per esservi sorbiti il malloppo.)
Nella Nostra Natura abbiamo un patrimonio di valore incommensurabile. Ricordiamocelo e Rispettiamolo.
Edited by #PikappA# - 20/8/2014, 21:08