SPRO -BBZ 8"

Ciao a tutti,

su richiesta provo a fare anch'io una breve recensione su un'esca sicuramente conosciuta ma poco utilizzata, che negli anni mi ha regalato qualche dispiacere (pesci slamati) ma tante soddisfazioni. Chiedo scusa se la maggiorparte delle foto delle catture non presenta l'esca in maniera esplicita in bocca al pesce, ma non sono il tipo che rificca un'esca in bocca al pesce solo per fare la foto, soprattutto se i pesci sono appena stati slamati per un veloce rilascio...
E' una delle mie prime recensioni, per cui portate pazienza e non vogliateme se viene come viene...

La BBZ1 dell’azienda americana SPRO è un’esca veramente molto versatile. Non si tratta di un’esca nuovissima, nel senso che si trova sul mercato già da diversi anni, e presentata all’ICAST 2006, ma la sua funzionalità ed efficacia nei confronti di tutti predatori è rimasta immutata. Viene prodotta in due versioni, da 6 e da 8 pollici, più una versione per il saltwater. Qui di seguito allego una tabella riassuntiva relativa al modello da 8”, che è quello che io ho utilizzato maggiormente e che a mio avviso si muove decisamente meglio rispetto alla versione più piccola d 6".



E’ caratterizzata da un corpo in plastica snodato, in tre parti e sulla parte posteriore è incollata una coda in gomma di media rigidezza. Sul corpo sono incollate diverse pinne in plastica, vedi immagine sotto, e alcune di scorta sono fornite come parti di ricambio all’interno della confezione. All'interno del corpo dell'esca è alloggiato un rattle unico, che produce un suono sordo che ne aumenta l'appeal (non molte swim hanno un rattle interno, e questo è un punto in più a vantaggio di quest’esca di ottima fattura). Le ancorette di casa Gamakatsu sono robustissime e anche gli anellini sono a prova di bomba (90 Lbs di potenza).



A parte si possono acquistare anche le code in gomma, corredate anch’esse dalle pinne in plastica.



All’inizio, per paura di danneggiamenti o tagli da parte di qualche luccio, assieme alle swim avevo acquistato anche le code di ricambio. Col senno di poi non lo rifarei, visto che alla fine non le ho MAI dovute sostituire, nonostante la cattura anche di lucci di taglia. Il più delle volte i lucci attaccano la swim dalla parte della testa per cui il problema del taglio della coda non si pone, e comunque in definitiva la gomma della coda è molto robusta, e se proprio dovesse presentarsi qualche taglietto, lo si può sempre sistemare con la colla Mend-it. A tal proposito, visto che la colla Mend-it non viene spiedita per via aere da oltreoceano, perché infiammabile, ma solamente via nave con i tempi di consegna che vi lascio immaginare, vi segnalo un prodotto altrettanto valido che arriva dall’Olanda. Funziona esattamente come la colla Mend-it e ci si riparano tutte le swim in gomma che desiderate, senza lasciare aloni bianchi o cristallizzazioni del materiale che snaturizzano il movimento delle esche riparate. Si ordina on-line e vi arriva a casa per posta. Meglio di così…. Io ne tengo sempre un paio di vasetti di scorta a casa, e uno me lo porto a pesca.




Qui di seguito vi lascio il link per chi volesse acquistare la colla

www.lureparts.nl/en/lupa-softbait-repair.html


E qui lascio il link al video che ne illustra l’utilizzo




Tornano all’argomento di questo post, all’inizio della mia esperienza con le BBZ da 8” ho provato tutti e tre i modelli (floating, slow sinking e fast sinking), per poi limitare la mia scelta ai soli due modelli floating e fast sinking. Quella floating risulta molto efficace con le tecniche del dead sticking a ridosso di alberi semisommersi e ramaglie in genere. Basta un piccolo alito di vento per far muovere in maniera sinuosa il corpo snodato dell’esca. Un’altra tecnica che mi ha reso particolarmente, soprattutto nel periodo del pre-frega è stata quella del recupero continuo ma molto lento che fa affondare leggermente l’esca, mantenendo fuori dal pelo libero dell’acqua solamente la coda in gomma e la pinnetta dorsale. Utilizzata in questo modo si comporta come un’ottima wake-bait, che in presenza di acqua molto limpida porta a salire i bass anche da profondità importanti. Mi è capitato di veder apparire la classica ombra dietro all’esca pescando in acque aperte, e a quel punto il cuore inizia a batterti a mille, e non sai più se continuare il recupero oppure provare a fermarti un attimo. Non c’è una soluzione valida per tutte le occasioni, si tratta di provare. A volte basta accelerare il recupero per far scattare il pesce, altre volte paga di più un semplice stop per poi dare una jerkata con la punta della canna per far compiere all’esca una rotazione di quasi 180°. Purtroppo, come tutti ben sapete, altre volte non c’è nulla da fare e il pesce ti segue fin sotto i piedi e alla fine ti saluta con la pinna . Ma questo fa parte del gioco. Le dimensioni di quest’esca permettono tranquillamente l’utilizzo di qualsiasi tipo di cavetto, assolutamente obbligatorio se si pesca in presenza di esocidi. Io all'inizio ho provato il seven strand in acciaio, crimpato con i tubetti in metallo e l’apposita pinza, per poi passare all’utilizzo del Fluoro da 100 Lbs.

A seguire un'immagine di dettaglio del cavetto in Fluoro da 100 Lbs, che il bass non ha minimamente preso in considerazione.




Pescando in acque particolarmente limpide e in particolar modo durante la primavera, l’utilizzo del fluoro mi ha permesso di vedere un numero di abboccate da parte dei bass significativamente superiore, soprattutto con recuperi molto lenti.
La mole di quest’esca è tale che comunque la si manovri smuove sempre molta acqua e quindi il suo raggio d’azione è di molto superiore alle swimbait che hanno un profilo più modesto. Come ci insegnano gli swimbaiter d’oltreoceano, le swimbait di più grandi dimensioni vengono scelte espressamente per coprire molta acqua proprio per questa loro peculiarità, quella cioè di andare a stimolare i predatori anche da distanze molto elevate. Se quindi vi trovate a pescare in un bacino nuovo, che non conoscete, il primo consiglio che gli esperti del settore danno, è quello di iniziare a lanciare una swimbait di grosse dimensioni. In questo modo riuscirete ad interessare i predatori più grossi, spingendoli a venir fuori dai loro nascondigli per venire a vedere che cosa sta attraversando il loro territorio di caccia. Che poi mangino è un altro discorso, ma intanto queste esche ci permettono di vedere dove si trovano o cacciano i predatori più grossi, che magari non si sarebbero mai palesati al passaggio di un’esca più piccola. Questo è il motivo per cui personalmente utilizzo la BBZ da 8” floating prevalentemente per esplorare le zone che non conosco o dove ritengo che il “grosso” ci sia pur non avendolo mai incontrato prima.
Alcune estati fa, pescando con mio fratello mi è capitato di constatare con mano la veridicità di questa affermazione. Pescavamo su di una riva sopraelevata rispetto all’acqua e mio fratello mi dice di aver visto un’ombra che gli è sembrata quella di un bel bass al di sotto di una pianta che si estendeva sull’acqua fino a riversare i propri rami sotto il pelo dell’acqua. Gli dico di tornare a lanciare e di farmi vedere. Lancia una swim sempre della SPRO, la BBZ-1 floating, un'altra esca sicuramente valida, ma in altri frangenti



Lancia, ma non succede nulla. Poi mi dice: “Prova a lanciare la tua..”. Poso delicatamente la BBZ da 8” floating e attendo qualche secondo. Poi da sotto la pianta escono, uno dopo l’altro 5 bass che ci lasciarono di stucco. Tutti pezzi intorno ai 2 Kg, che si sono posizionati prima sotto all’esca, che ondeggiava stancamente sulla superficie dell’acqua, per poi avvicendarsi a turno ad andarla ad “annusare” da vicino. Ho provato a muovere appena l’esca, ma non è successo nulla. A quel punto sono ritornati sotta alla pianta. Ho ripetuto il lancio lasciando l’esca ferma per altre 2 volte, e i bass sono sem preusciti a visionare l’esca. Abbiamo provato ad intervallare i lanci con il BBZ-1, ma MAI una volta i bass si sono presentati all’appello.
Per quel giorno non siamo comunque riusciti a farli “montare su”, ma abbiamo visto dove stazionavano, per cui il giorno successivo, lanciando da lontano, sono invece riuscito a farli scattare, inducendo la frenesia da competizione alimentare, che mi ha permesso di catturarne almeno uno. In ogni caso ho potuto constatare come a volte l’esca che risulta oltremodo invadente nel territorio di caccia del predatore può indurlo almeno a farsi mostrare, cosa non da poco nel raggiungimento di una buona conoscenza dello spot che amiamo frequentare.

Per quanto riguarda invece il modello Fast Sinking, lo utilizzo in tutte quelle occasioni in cui sento la necessità di dover utilizzare un’azione più frenetica e veloce, che il modello floating o slow sinking non sono in grado di darmi. Ho riscontrato che per il modello slow sinking, i recuperi veloci, siano essi continui o a scatti, tendono a far sollevare l’esca verso la superficie, mentre io magari voglio sondare uno strato più profondo. Sono poche le swim che ti permettono di eseguire questo tipo di nuoto alla profondità di anche soli 2 o 3 metri, mentre la BBZ da 8” Fast Sinking ce la fa tranquillamente. E devo dire che almeno il 50% delle catture che ho fatto con la BBZ sono state ottenute col modello Fast Sinking a velocità sostenute, ma in profondità.

Venendo all’attrezzatura, da utilizzare, dato il peso di queste esche, bisogna affidarsi assolutamente ad attrezzi senza troppi compromessi. Nella fattispecie io utilizzo da tempo immemorabile una Huge Custom da 8”1’. Ora ho acquistato una Daiwa Black label da 5 Oz e sono curioso di vedere come se la cava.. vedremo.

Il mulinello dovrà essere abbastanza capiente da contenere una buona quantità di filo di generose dimensioni, sia esso trecciato o monofilo. Personalmente preferisco utilizzare il trecciato quando mi rivolgo principalmente ai lucci, mentre un buon nylon dello 0,45 per tutte le altre occasioni. La proiezione di un’esca di queste dimensioni richiede un buon allenamento, soprattutto se si decide di optare per una pesca dedicata esclusivamente ad essa. Lanciare tutto il giorno può diventare pesante, per cui canne con impugnature “lunghe” ci vengono sicuramente in aiuto.

Personalmente non amo i mulinelli veloci per questo tipo di pesca, per cui ho sempre utilizzato rapporti di recupero non troppo elevati. La robustezza invece deve farla da padrona, per cui ho sempre utilizzato dei “carri armati” tipo Revo Toro Winch oppure Ryoga 2020L. La robustezza del mulinello servirà non tanto per il recupero dell'esca, in quanto si tratta di una “spalettata” che non offre molta resistenza in acqua durante il recupero, quanto per il recupero dei pesci importanti agganciati il più delle volte a ridosso di ostacoli pericolosi che possono precludere il successo dell’impresa

I colori disponibili per quest’esca sono tanti, e tutti molto accattivanti. Io, per ragioni prettamente estetiche, ho sempre e solamente utilizzato la colorazione Flat Rainbow, che in acqua è del tutto identica ad una trota. Ci ho preso anche in piena estate, in acque in cui una trota non sarebbe sopravvissuta nemmeno per un secondo, però il colore funziona e soprattutto risulta molto naturale in acqua. Poi ritengo che il colore dell’esca in certi frangenti (alba, tramonto e giornate particolarmente scure per nubi) conti meno dell’azione o del fastidio che un’esca di generose dimensioni provoca nel predatore. Magari altri colori avrebbero potuto regalarmi di più, però secondo me anche l’occhio vuole la sua parte, e questo colore mi piace molto e soprattutto mi dà molta fiducia.

Venendo infine ai difetti che purtroppo, come tutte le esche, anche questa presenta, devo parlare delle slamature. Con quest’esca, più che con altre, devo riconoscere un numero di slamature non trascurabile. Osservando la bocca dei pesci catturati ho riscontrato in molte occasioni come i fori provocati dagli ami delle ancorette si fossero allargati. Pur adottando tutte le cure del caso (canna non eccessivamente rigida e utilizzo del nylon) molti dei pesci catturati sono stati liberati dalle ancorette senza fatica, togliendo gli ami con 2 dita. L’impressione che ho avuto, è che dato l’elevato peso dell’esca, il pesce ad ogni scossone della testa sfrutta l’inerzia dell’esca stessa per staccarla da sé, e questo porta alla dilatazione dei fori delle ancorette, soprattutto se il combattimento avviene a galla, dove la proiezione dell’esca risulta favorita. L’unico modo per ridurre al minimo questo inconveniente è quello di continuare a recuperare in modo continuo il pesce verso di noi, non abbassando mai la canna per eseguire un’azione di pompaggio. Ho studiato vari video in questo periodo di Covid-19. In alcuni di questi spiegavano come con la pesca delle swimbiat, più che con qualsiasi altra tecnica sia imperativo, una volta stoccata la ferrata, l’obbligo di lasciare la canna nella posizione che abbiamo assunto con la ferrata per iniziare a recuperare in maniera continua la lenza fino a portare a riva il pesce. Ogni altra azione, dall’abbassamento della canna, all’interruzione del recupero, è da evitare nel modo più assoluto, perché significherebbe concedere al pesce, specie se di grandi dimensioni, di poter girare la testa e scuoterla, liberandosi ineluttabilmente dalle ancorette. Quindi una volta ferrato si mantiene SEMPRE la canna in posizione SENZA POMPARE e si inizia a recuperare in maniera continua ma decisa.
Vedrò quest’anno, dopo questo Covid-19 maledetto se basterà questo consiglio per ridurre le slamate con quest’esca veramente eccezionale, che non dimentico mai a casa.

Spero di aver fatto cosa utile e gradita a tutti coloro che non hanno mai utilizzato quest’esca.
Allego un paio di foto a corredo del racconto sulla mia modesta esperienza.














Ciao

Grande. Mi viene voglia di prenderne altre.
Io con la 6" slow e fast sink ci pesco molto bene in mare ed in foce

Oltre a spigole sia in mare che foce, barracuda e non pochi. Non escludo che ci diano anche i serra di notte o quando non vogliono recuperi velocissimi ma non l'ho mai lanciata in loro presenza

No. Parlo solo della 6 per il salt. . La 8 mai lanciata . La lancio solo a lucci e ci ho preso bass anche da 400gr però

Grazie per i complimenti.
Date una possibilità a quest’esca.
Semplicemente perché spesso regala.
Ciao.